Personaggi ed Interpreti

Alberto Stigliano

Angelo Germoglio 

Elena Stigliano, sua moglie

Italia Russo

Rosaria, sua figlia

Rossella Passero 

Beppe, suo figlio

Simone Perfetto

Guidone, amico di Beppe

Antonio Perfetto

Corrado Cuoco, fidanzato di Rosaria

Carlo Priore

Maria, cameriera

Roberta Carotenuto

Arturo Stigliano, fratello di Alberto 

Elio Russo

Tapezziere

Rosario D’Addio

Michele Cuoco, padre di Corrado

Antonio Pignalosa 

Carmela, sua moglie

Sistilia Medici

La Signora Fucecchia

Enza Vitale

La Signora Muscio

Caterina Balestriere

La Signora Micillo

Flavia Pappalepore

Bugli, giornalista

Gianni De Simone

Un Fotoreporter

Rosario D’Addio

Il Portiere

Enzo Morazio

REGIA

Angelo Germoglio e Tina Bianco

Note di regia  di Mia Famiglia

Mia famiglia è un testo teatrale scritto da Eduardo De Filippo nel 1955 e inserito nella sua opera letteraria ‘Cantata dei giorni dispari’

Come in altre opere eduardiane, la vicenda si svolge interamente in un interno domestico, ma i toni stavolta sono diretti e le intenzioni dell’autore molto più esplicite.

Siamo alle soglie degli anni ’60, è l’inizio di un apparente boom economico che porterà con sé nuovi modelli culturali e nuove illusioni indotti dalla pubblicità e dalle prime televisioni.

I giovani hanno aspirazioni e speranze di una vita differente da quella spesso troppo sacrificata dei genitori.

Il cambiamento morale che ne deriva finisce però per aumentare a dismisura le distanze tra le generazioni. Anche la famiglia eduardiana subisce il fascino dei nuovi modelli, con il risultato di un’insanabile frattura.

Il dialogo chiarificatore lascia il posto all’incomprensione, le tensioni familiari aumentano ed il linguaggio si riduce allo stretto necessario.

Si vive sotto lo stesso tetto ma con valori, visioni e direzioni diverse, si rischia il tracollo e nessuno pare avere la capacità di reggere le redini del nucleo familiare.

Eduardo con grande fiuto anticipa già quelle trasformazioni della società consumistica che si sarebbero palesate nettamente soltanto dopo il’68.

Racconta la frattura degli equilibri di una famiglia ma ne fa specchio di quello che avvenne in tutto il paese. La sua analisi non può e non vuole andare oltre, lasciando alla Storia la libertà di seguire direzioni possibili.

A distanza di oltre sessant’anni dalla sua scrittura questa commedia resta ancora una necessaria e potente riflessione sui cambiamenti sociali e sui fragili equilibri di chi li vive e li subisce. Agli occhi dello spettatore moderno risuoneranno temi ancora oggi incredibilmente attuali, confermando ancora una volta il valore di questo testo capolavoro all’interno dell’opera eduardiana.